Il quotidiano 4.10.2013
Si punta all’integrazione normodotatì-diversabili
Consueto appuntamento con l’associazione no profit “L’isola che non c’è”
Ripresa, dopo la pausa di agosto, l’ iniziativa delle cene sociali “Vieni a vedere che c’è” programmate per ogni terzo venerdì del mese presso l’associazione no profit “L’isola che non c’è”.
Per l’occasione nella sede di via San Domenico Savio, accanto alla clinica Villa dei Gerani, sono convenuti oltre i soci, siano normodotati che diversamente abili (fine dell’associazione è infatti promuovere una maggiore integrazione), anche i loro familiari e i vari amici dei benemerito sodalizio di volontariato.
La serata ha avuto inizio con lo spettacolo del coro dell’associazione, cresciuto di numero e con alcuni membri provenienti anche dal comprensorio Lametino, e seguito da un altro momento musicale egregiamente gestito dagli amici Mario Fortunato, Pino Fortuna e Claudio Grillo. Molti brani da loro eseguiti con la consueta professionalità e grande la partecipazione con cori e balli da parte dei presenti. La serata è stata intervallata da un ricco buffet.
La cena è stata Inoltre caratterizzata anche da un altro momento, particolarmente importante per l’Isola che non c’è. L’associazione infatti, dallo scorso 5 settembre ha adottato con effetto immediato il proprio “codice etico”. “Esso – come spiega la dinamica presidente Titty Marzano -nasce dall’esigenza di fissare dei criteri etici di riferimento per tutti coloro che fanno parte dell’associazione e per quanti si avvicinano ad essa affinché chiunque voglia contribuire con il suo proprio alla sua missione possa conoscere, comprendere e condividere i valori e i principi fondamentali, e non negoziabili, su cui essa si basa”.
La missione dell’associazione no profit “L’isola che non c’è” è quella di “perseguire esclusivamente finalità di utilità sociale, di ricerca e di solidarietà, come meglio esplicitato nello Statuto, perché nessuno sia lasciato solo nel momento del bisogno. Valore primario per il nostro sodalizio è l’osservanza etica, intesa come onestà, lealtà, correttezza, il che permette di conservare il patrimonio di affidabilità e di credibilità che esso ha saputo conquistarsi nel tempo “.
Il codice etico è quindi un insieme di principi-guida che devono ispirare i comportamenti di tutti i soggetti che è vario titolo contribuiscono alla missione dell’associazione, il loro modo di relazionarsi all’interno all’esterno, in un contesto complesso che non sempre consente di distinguere puntualmente ciò che è giusto da ciò che non lo è. “Esso è quindi uno strumento di riferimento e di indirizzo, che precisa i diritti, i doveri e le responsabilità di tutti coloro che operano nell’ambito dell’Isola che non c’è, integrando quanto esplicato nello statuto, “I valori che il sodalizio ritiene di primaria importanza per i soci sono reciprocità, accoglienza (“stare con”, aprirsi all’altro con un atteggiamento non giudicante e di accettazione della diversità”), capacità di ascolto, gratuità, competenza, uguaglianza.
Le cene e sociali” vieni a vedere che c’è “proseguiranno come detto ogni terzo venerdì del mese.