il quotidiano 3.06.2014

Il quotidiano 3.06.2014 – Elisabetta, una vita bizzarra

Il quotidiano 3.06.2014

 

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Il libro

La presentazione ospitata dall’archivio di Stato 

Il volume scritto dalla figlia del Grande Paolo Villaggio

L’archivio di Stato apre le sue porte all’associazione no profit “L’isola che non c’è” per l’inizio di una lunga collaborazione. Quale miglior occasione per suggellare questa cooperazione che la presentazione di un libro, presentazione che fa parte di un progetto de ” L’isola che non c’è ” che prevede di ospitare una volta al mese autori di libri con l’intento di allargare gli orizzonti non solo dei soci, ma di tutti quanti intervengono ed aiutare ad ampliare il panorama culturale Vibonese.

Ospite di questa particolare giornata, la scrittrice regista Elisabetta villaggio, figlia del noto attore Paolo Villaggio, che ha presentato il suo ultimo libro “una vita bizzarra”.

Ad accogliere l’autrice la presidente de “L’isola che non c’è” Titti Marzano, il direttore dell’archivio di Stato Vincenzo Michele Misitano e la giornalista Daniela Tavella. Brevi saluti e ringraziamenti da parte della Marzano non solo nei riguardi dell’autrice ma anche del pubblico intervenuto e nei confronti del direttore dell’archivio di Stato che, da parte sua ha altresì ringraziato l’associazione per l’opportunità di cooperazione e per le numerose future collaborazioni in programma tra i due enti.

La giornalista Daniela Tavella nel presentare l’opera ha invitato l’autrice a parlare del suo scritto raccontando inizialmente, a grandi linee la storia si racconta senza però rivelare troppo la trama.

La Villaggio ha dunque  letto alcuni passi del suo romanzo e spiegato come ha deciso di scrivere un romanzo ambientato in un periodo storico che lei ha vissuto in un’età molto giovane seppure non riflette dei tratti autobiografici in nessuno dei protagonisti.

“Una vita bizzarra” è un affresco degli anni ’70 in cui la vita di due bambine si intreccia e si vede la nascita di un intensa amicizia che però, ad un certo punto, subisce una grande battuta d’arresto durata 20 anni per poi infine ritrovarsi più unite di prima.

L’autrice è riuscita, sapientemente, a ricreare l’atmosfera di una Roma ad inizio anni ’70 nel pieno di lotte giovanili ed avvenimenti politici di grande rilievo, e a creare simbiosi e al contempo antitesi tra i personaggi del romanzo.

Rosa, la protagonista una ragazzina timida trasferitasi con la sua famiglia a Roma da un paesino del Veneto, e Benedetta una ragazzina facente parte dell’alta borghesia romana.

Due modi di vivere differenti che però come opposti si attraggono e Rosa viene accolta, quasi travolta, nella vita di Benedetta e della sua famiglia inebriandosi della loro apertura mentale e dalla serie di personaggi che si avvicendano come ospiti in occasione di feste ed eventi che i genitori di Benedetta spesso organizzano.

Tutto l’opposto di quello che vive nella sua famiglia d’origine dove a malapena ci si saluta al mattino e nessuno parla di nulla, neanche durante il pranzo dove si mangia in silenzio senza guardare gli altri commensali.

La Villaggio racconta il senso di libertà, speranza di un benessere dovuto al boom economico che si respirava in quegli anni senza dimenticare di parlare, nel prosieguo della storia degli effetti di questo modo di vivere e pensare.

Un libro piacevole su uno spaccato di vita dell’Italia con sincerità senza artefici o abbellimenti, che riporta indietro con la memoria che ha vissuto in quegli anni e che aiuta a vedere con occhi differenti quel periodo storico a chi invece è nato qualche anno più tardi tardi .