Il quotidiano 16.11.2014
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Il volume
l’iniziativa cura dell’associazione culturale “L’isola che non c’è”
Ha suscitato particolare interesse la presentazione del volume scritto da Marcello Borgese dal titolo “L’ Obayifo di Rosarno”, svoltasi recentemente presso l’archivio di Stato.
L’incontro si inserisce all’interno del progetto “Un libro al mese”, promosso dall’Associazione Vibonese “L’isola che non c’è”, al fine di consentire, anche i soggetti più svantaggiati, momenti di aggregazione e riflessione.
Le tematiche affrontate, ovvero la piaga della povertà e dell’immigrazione, sono sviscerate con un ritmo incalzante ed attraverso gli occhi di chi vive determinate vicende.
La storia si concentra su Abeiku, giovane di origine ghanese, che affronta le difficoltà della miseria: una vita per la strada tra stenti e rifiuti da raccogliere per rivendere: “Quella del protagonista – ha illustrato Borgese – è un assemblaggio di vissuti reali, raccolti ascoltando diversi extracomunitari”.
La grinta e la solitudine di chi “vuol cavarsela con le proprie forze” che si scontrano con le paure insite nell’animo umano i sogni del ragazzo sono costantemente minacciati dall’Obayifo . un vampiro, una figura mitologica spaventosa.
Da qui il viaggio che porterà il giovane protagonista a lasciare la terra d’origine fino ad approdare lungo le coste italiane.
Rosarno è una dura realtà ma anche il luogo dove si riescono a coltivare i sentimenti ed un’amicizia particolare con un anziano zingaro. Qui i luoghi comuni, pregiudizi radicati ed il timore nei confronti dell’altro, mettono in pericolo la comunità di extracomunitari.
Il racconto, infatti, fa riferimento alla clamorosa rivolta scoppiata nella cittadina nel 2010 che ha avuto un eco nazionale: “La realtà sociale è più complessa delle semplificazioni che facciamo e quanto accaduto in quel periodo è un fenomeno di interdipendenza e non causa-effetto”.
Individuate una serie di concause come l’eccessiva presenza di manodopera, il crollo del prezzo degli agrumi e l’assenza delle istituzioni e dei sindacati: “Il libro vuole inoltre sollevare la denunzia delle condizioni di vita degli immigrati, troppo spesso considerati come soggetti da non tutelare”, ha concluso Borgese.
Nel corso della serata sono intervenuti il direttore dell’archivio, Vincenzo Misitano e la presidente dell’associazione Concetta Silvia Patrizia Marzano. Quest’ultima, nel corso della presentazione del libro, ha speso parole di elogio per l’opera di Borgese: “La storia raccontata ci fa riflettere sulla condizione dei nostri avi che lasciarono la nostra terra e, pensando al loro dolore, imparare ad accogliere. In realtà, siamo poco capaci di comprendere donare e condividere”.
Presente, in veste di moderatore il giornalista Maurizio Bonanno: “C’è un solo modo per vincere il degrado e l’indifferenza: la cultura. Se riuscissimo a inculcarla avremmo fatto davvero tanto”. Nel descrivere le emozioni suscitate dalla lettura del testo il professionista ha chiosato: “Il finale arriva come un pugno secco perché, al di là di ogni espressione sentimentale, la realtà e la vita non hanno sempre un lieto fine e in questo caso è così”.
Un volume toccante Edito dalla casa “Città del Sole”, che insegna a lottare e rivolge all’ Abeiku che alberga in noi, un pensiero importante: “Vai in qualunque direzione ti porti il vento. Ogni posto è buono per vivere e per morire “.