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L’incontro
Chiusura della prima fase del ciclo di incontri promossi da “L’isola che non c’è”.
L’autore del libro: “credo che la vera saggezza si trovi in una lungimirante pazzia”.
“Seconda stella a destra”, l’inedito volume del giornalista Maurizio Bonanno, è stato presentato presso l’archivio di Stato a conclusione della prima parte del ciclo di incontri “Un libro al mese “, promossi dall’Associazione L’isola che non c’è.
Definito, dal direttore dell’archivio Vincenzo Michele Misitano “un’attento lavoro di indagine sulla società moderna”, il testo permette di individuare le cause delle problematiche sociali nascoste dietro gli effetti.
Concetta Silvia Patrizia Marzano, Presidente dell’Associazione, poi, nel descrivere le attività finora realizzate, ha fissato quelle che sono le qualità del sodalizio stesso: “Noi crediamo che la cultura possa cambiare le persone e le idee per questo motivo anche con il nuovo anno continueremo a proporre incontri a tema e manifestazioni a carattere culturale”.
Le 212 pagine che compongono il libro rappresentano, dunque, un interessante analisi della società, partendo dalla classe generazionale, quella dei cinquant’anni, che per questioni anagrafiche, sta acquisendo le redini nei diversi settori della società. una generazione che, tuttavia, non ha avuto stabili punti di riferimento e che, in parte vista ancora cercando.
Mancano il carattere identitario, le idee e di progetti perché, come sottolineato dallo stesso autore, non si conosce quella pazzia visionaria, la sola capace di generare forza vitale creatrice, di rompere gli steccati: “La vera saggezza, genuina e autentica – precisa Bonanno – non sta esclusivamente in un atteggiamento razionale, necessariamente conforme alle premesse ma in una lungimirante, visionaria pazzia”.
Il testo contiene riflessioni che spaziano da una tematica all’altra senza perdere di vista quelle che sono le problematiche emerse con la modernità: il cambiamento del modo di comunicare, il ruolo dei social e di Internet, il nuovo ecologismo e i paradossi della democrazia che per certi versi ha assunto le caratteristiche di oligarchia.
Alla Calabria, l’occhio del giornalista, non poteva che dedicare un’intera sezione. La nostra regione è da sempre considerata una periferia di poco conto, quasi un freno allo sviluppo dell’intera nazione, dove la lotta alla ‘ndrangheta appare più esercizio dialettico che impegno concreto: “La battaglia contro la criminalità organizzata non può essere confinata all’attività di polizia, sia pure indispensabile, ma deve anche essere un fatto culturale, attraverso un incisiva azione promossa da associazioni di liberi cittadini “.
Il riferimento al porto di Gioia Tauro, potenzialità straordinaria ancora non efficacemente sfruttata, ha introdotto la questione del porto di Vibo Marina, infrastruttura scarsamente presa in considerazione anche dalla politica locale la quale, anche nelle ultime decisioni, ha scelto di non focalizzare l’attenzione sull’infrastruttura.
Cosa fare, dunque? Secondo Bonanno ciascuno di noi deve contribuire alla creazione di un uomo nuovo , “neorinascimentale” che “potrà acquisire la consapevolezza del proprio essere giungendo ad una maggiore autocoscienza e divenire prospettiva di una vera rivoluzione culturale”.