Il quotidiano 26.11.2017
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Musica.
Il nuovo album di Mimmo Cavallaro presentato in prima assoluta.
“Chi vive questa terra deve essere orgoglioso perché essa offre tanta cultura”.
Se la Calabria tirrenica si caratterizza per le sue coste sempreverdi, quella Ionica si distingue per il suo aspetto morfologico dai rilievi di colore bianco: i “calanchi”. Uno spettacolo della natura. Un ambiente quasi lunare, creato dal terreno argilloso solcato da profondi segni di erosione lasciati dalle acque. Dietro questi incavi si nasconde il racconto di una Calabria antica, fatta di storia e cultura, di tradizione e bellezza paesaggistica che tradotte in musica costituiscono un’unica melodia al ritmo di percussioni e chitarra battente, lira calabrese e “duduk”, mandòla e pipita, maranzano e pure sax soprano.
In poche parole un unico sound tipicamente calabrese che porta la firma di Mimmo Cavallaro e della sua band. E’ infatti a ciò che rappresentano Calanchi della sua terra che si richiamano in nove brani che costituiscono il nuovo album, che da essi prende il titolo, e che arriva dopo “Live in studio” dello scorso anno.
Il cd è uscito venerdì 24 novembre, lo stesso giorno che lo ha presentato in prima assoluta nazionale in un concerto, introdotto dal giornalista Pietro Melia, tenutosi presso la sala conferenze della Biblioteca Comunale nell’ambito dell’evento “Arti e artisti: Visti da vicino”, organizzato dall’Associazione di volontariato L’isola che non c’è.
E dunque qui, in occasione di una serata di beneficenza per i ragazzi con disabilità, – durante la quale la presidente dell’associazione Titty Marzano ha voluto donargli una targa in segno di gratitudine – che Mimmo Cavallaro ha scelto di lanciare le sue nuove composizioni, che in un certo senso presentano alcuni cambiamenti.
Se da un lato infatti l’album prosegue con il ritmo che identifica la sua musica, e di conseguenza l’intera Calabria, dall’altro segna l’inizio per lui di una nuova dimensione. Quella che verrebbe definita maturità artistica.
in “Calanchi” Mimmo Cavallaro conserva sì le sue principali caratteristiche musicali, ma regala, nel momento in cui accantona il ritmo più tarantellato, delle novità compositive che gli consentono di raggiungere un livello decisamente superiore.
Lo si percepisce subito in “Dassati cullari “, in cui poetica e musica si fondono in un tutt’uno, catturando da subito i sensi di chi la ascolta per la prima volta. E così pure in “Calanchi e Criti” o in “Stilla lucenti”.
E poi nella novità assoluta “Europa che danza” (già uscito come singolo), il cui testo è per la prima volta in italiano e descrive un suo desiderio: “quello – come ha spiegato lui stesso – di unire i popoli europei attraverso la musica e la danza al ritmo calabrese”.
“Calanchi” comunque è “il racconto – continua a spiegare Cavallaro parlando del suo nuovo lavoro discografico – di storie, di emozioni, di natura, fiumi e bellezze paesaggistiche.
Narra una Calabria terra di cultura della quale, ed è qui il messaggio che lancio, i calabresi dovrebbero essere orgogliosi. Il mio è pertanto un invito a incominciare ad apprezzarla, Perché la nostra è una terra che merita di essere trattata bene”.
Il nuovo album, come tutti d’altronde, e il frutto dell’ispirazione e delle emozioni di un artista, ma è anche “il risultato – come il cantautore evidenziato – della professionalità di altri musicisti”.
In tal caso dei ragazzi che lo accompagnano: i bravi Andrea Simonetta, Gabriele Albanese, Silvio Ariotta e Michele Franzè, compreso Tony Canto che ha arrangiato l’album.
Adesso che il nuovo CD è uscito con il marchio iCompany, per Mimmo Cavallaro e i suoi musicisti inizia il periodo di promozione. e cioè l’anno dei tour e quindi dei tanti viaggi, a partire dalla nostra regione con Vibo Valentia e Reggio Calabria e il 23 dicembre con il concerto a Caulonia, doveroso essendo il suo paese.
E poi tour in Italia e all’estero, fino addirittura in Australia.