Il libro La magia degli oggetti ci riporta indietro nel tempo per comprendere l’oggi.
Gli utensili acquisirono magia entrando in una sfera che trascendeva la loro applicazione nel momento in cui gli uomini, servendosi di attrezzi elementari, si resero conto d’impiegare uno sforzo minore nelle operazioni manuali. Trasferirono quindi l’effetto delle migliorate capacità esecutive ad una virtù prodigiosa che presupponevano insita negli oggetti…”‘A chìcchera, nel suo significato concreto designa la tazza di ceramica; il valore traslato si è esteso all’arte del bere, per cui ‘na chiccherijàta voleva dire una bevuta abbondante e collettiva. In tal senso si connette al greco kykeon, una bevanda di vino miscelato con formaggio che gli eroi omerici consumavano nei banchetti. ‘A chìcchera, quindi, entra nel campo semantico dei legami che la bevuta stabilisce tra i partecipanti a una festa o a un rito; evoca inoltre lo stato di ebbrezza, che separando l’uomo dalla realtà lo pone a contatto con un altrove rigeneratore o di perdizione…”.
La presentazione de La magia degli oggetti
Oggi all’Archivio di Stato abbiamo assistito ad una splendida presentazione. Vittoria Butera, figlia dell’illustre Vittorio, ci ha trasportato con in suo libro fino ad Omero. Che meraviglia !
A introdurre il direttore dell’Archivio di Stato, Vincenzo Michele Misitano, a presentare il delizioso volume la giornalista Danila Tavella e a concludere la nostra presidente Concetta Silvia Patrizia Marzano.
Utensili e magia, la magia della creazione degli oggetti che hanno facilitato e ridotto il lavoro dell’uomo.