L’area del Monte Poro, in particolare Zungri, in provincia di Vibo Valentia, custodisce una delle più alte concentrazioni di testimonianze rupestri medievali dell’intera Calabria.
L’esempio più ragguardevole è sicuramente costituito dalle Grotte degli “Sbariati” di Zungri.
L’etimologia del toponimo Zungri sembrerebbe essere di derivazione neo-greca e la più antica testimonianza scritta risale alle “Rationes decimarum” del 1310.
Il villaggio rupestre di Zungri è noto a livello locale anche come Grotte degli “Sbariati”.
Situato nel versante sud-orientale del colle, dove sorge il moderno centro urbano, su un ampio costone roccioso in una località denominata Fossi.
L’area insediativa occupa una superficie di circa 3000 mq ed emerge con un crinale molto ripido.
Sui terrazzamenti si distribuiscono circa 40 unità ad uno o più vani, di diverse dimensioni e forma.
Esse comprendono abitazioni, prevalentemente monolocali, alcune a più piani.
Poi impianti produttivi, ambienti destinati all’allevamento degli animali, depositi, magazzini, sistemi di vasche e canalizzazioni per l’approvvigionamento idrico.
I nuovi studi hanno permesso di censire e analizzare in dettaglio 28 unità rupestri.
In esse chiare le tracce di un continuo reimpiego nel corso del tempo, che ha alterato profondamente la loro fisionomia originaria.
E logico che sono stati distrutti i depositi stratigrafici più antichi, per la pulitura costante dei piani di calpestio.
La Presentazione
Una sala al massimo della capienza ha accolto la presentazione in anteprima nazionale del libro Zungri. Archeologia di un villaggio rupestre medievale nel territorio di Vibo Valentia.
L’introduzione della serata, curata dalla nostra presidente, ha visto il saluto introduttivo dell’Assessore alla Cultura, Daniela Rotino Araneo.
E’ seguito l’intervento del giornalista, direttore della testata online Zoom24,it, Tonino Fortuna che ha condotto l’intera serata,
Accurati gli interventi degli archeologi Rosalba Piserà e Santino Cugno che, con il supporto di video e foto, hanno dato al pubblico la possibilità di “vedere da vicino” i luoghi e comprenderne l’uso,
Importante l’Intervento finale del dott. Salvatore Patamia, Segretario regionale del MIC che ha auspicato vi siano maggiori studi ed approfondimenti sui tesori del nostro territorio.