Perché “Parità in pillole”? E che cosa contengono queste pillole?
Per rispondere alla prima domanda, basta guardarsi attorno.
Una società “a gradini” che ancora oggi offre opportunità diverse a soggetti con caratteristiche differenti.
Non solo a uomini e donne, ma anche a bianchi e neri, persone etero e omosessuali e via dicendo.
L’ abitudine a queste situazioni di privilegio e discriminazione fa si che non le riconosciamo neppure come tali o le consideriamo “normali”.
Ma siamo sicuri che possiamo vivere sereni in un mondo in cui una donna, a pari mansioni e competenze, guadagna meno di un uomo?
O dove chi non risponde a canoni estetici più o meno espliciti si vergogna e magari non trova nemmeno lavoro, o dove un uomo non può permettersi di essere emotivo?
Ecco, quindi, il senso di Parità in pillole.
Offrire uno strumento per costruire rapporti paritari e porre le basi per una società davvero inclusiva, dove tutti, anche coloro che stanno in posizioni di potere, possano trarne beneficio e vivere meglio.
L’autrice esamina una a una le discriminazioni più diffuse per invitare tutte e tutti a diffondere attivamente una sensibilità nuova.
Perché, come spiega la Facheris, “il personale è politico”.
Quindi se il mio problema è diffuso insieme possiamo affrontarlo più efficacemente.
E, solo insieme, scopriremo quanto la parità possa renderci felici.
L’incontro è stato condotto in videoconferenza per l’attuale situazione pandemica.
A condurlo Tonino Fortuna, giornalista e direttore della testata Zoom24, la professoressa Vania Continanza e la IV A del liceo classico cittadino. Questi giovanissimi sono impegnati nel corso di Comunicazione e Giornalismo, nei progetti dell’istituto.
Un bellissimo dialogo al quale ha partecipato l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Rosamaria Santacaterina.
Tante le domande cui Irene Facheris non si è sottratta e la promessa di un incontro in presenza estivo.
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