Il Mago di Nardodipace è un romanzo fantasy che offre diversi livelli interpretativi.
C’è, innanzitutto, il racconto che passa attraverso le vicissitudini dei protagonisti: un mago alla ricerca di se stesso, la giovane Lila chiamata a vendicare il suo popolo.
Sullo sfondo, l’eterna lotta tra il bene e il male.
Andando oltre la storia in sé, spicca la voglia, da parte dell’autore, di fare emergere le sue personali passioni, le sue letture, i suoi studi e, non ultimo, i suoi luoghi del cuore.
Come Zungri, in Calabria. O Bomarzo, nel Lazio. Infine c’è una dimensione più “filosofica” che trapela dai simbolismi usati.
È il livello che fa emergere l’incontro tra le tradizioni esoteriche d’Oriente e d’Occidente.
Linee di pensiero che lasciano trapelare sorprendenti punti di contatto ma anche distanze mai colmate.
La presentazione de Il mago di Nardodipace
La rassegna torna nella sala di Palazzo Gagliardi dopo un periodo in cui gli incontri si sono svolti presso l’Ascott, noto locale della movida vibonese.
Gli incontri accompagneranno Vibo Capitale Italiana del Libro 2021 per tutto il periodo di competenza della nomina, ovvero fino a maggio 2022.
L’incontro è stato introdotto dalla nostra presidente Concetta Silvia Patrizia Marzano, che ha presentato l’autore e il relatore.
A porgere i saluti istituzionali il vice sindaco Domenico Primerano, che ha espresso subito le sue curiosità sul libro.
A presentare l’opera Gianfranco Macrì, docente di Diritto interculturale e delle religioni della Università di Salerno.
Nella sua bellissima disamina molti gli argomenti trattati, dalla differenza tra il fiabesco e il fantasy, alle discriminazioni su base culturale, alla necessità del viaggio interiore.
L’autore, noto giornalista, ha concluso la serata parlando del legame ai luoghi che ha sentito di inserire nel suo libro, alle possibili connessioni l’aspetto turistico di questi luoghi che ancora sanno di mistero.
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