Di Diego Vian, psicologo, psicoterapeuta e scrittore – delegato regione Veneto
Nella storia del genere umano il linguaggio riveste senza dubbio una notevole importanza, dal momento che tutto ciò che l’uomo crea, si genera dalla capacità di sviluppare forme linguistiche.
Nel nostro tempo la capacità linguistica si connette alla struttura neurologica, frutto dell’evoluzione della nostra specie, e rispecchia la dimensione storico-sociale in cui viviamo.
Un’altra questione invece è il concetto di linguaggio magico, che nell’era di internet potrebbe apparire come una forzatura ideologica, mentre la sua realtà è assolutamente attuale.
L’importanza del linguaggio e il Linguaggio Magico
Sono molti i pensatori che hanno dato il loro contributo al concetto di linguaggio magico.
Florenskij sottolinea il ruolo della magia come energia umana e del nome che porta in sé il significato.
Prima di altri Florenskij intuisce l’importanza del simbolo, ovvero qualcosa che rappresenta l’essenza di un concetto e che nasce dalla relazione.
Questo il presupposto che ci porta a trattare il concetto di archeologia del linguaggio di Francesco Simeti e la sua ricerca del linguaggio magico, come forma originaria del linguaggio, che affonda le radici nel mito e nell’indoeuropeo, ovvero quella lingua le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che possiamo solo ricostruire.
Per questa ragione possiamo dire che le prime forme linguistiche sono frutto della forza emotiva ed immaginativa e non della razionalità.
E sono i popoli primitivi e gli sciamani a conservare questa caratteristica nelle loro lingue, perché traggono ispirazione dalla natura.
Con il passare del tempo e l’evoluzione delle culture il linguaggio perde la caratteristica primordiale e ciò che rappresenta non è più la realtà in sé, bensì una costruzione interiore basata sull’esperienza.
Questa ci porta ad introdurre il pensiero di J. Lacan che nel linguaggio vede una violenza, poiché esso non è in grado di descrivere la Cosa (das Ding) nella sua essenza primaria, e per questo la mistifica e le fa violenza, trasfigurandola in un simbolo accessibile universalmente.
E se il linguaggio dello sciamano è necessario per riportare l’anima nel corpo che l’ha smarrita, lo psicoterapeuta fa la stessa operazione, poiché anche lui dispone del potere magico del linguaggio e della parola.
Seguendo l’insegnamento di E. De Martino la magia va esperita nel contesto culturale in cui la si celebra secondo procedimenti epistemologici precipui di quella precisa cultura. Ciò eviterà di cadere in pregiudizi e svalutazioni ideologiche.